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Quell’oceano di De Andrè che è stato anche un po’ mio

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Quest’estate ho visto l’oceano per la prima volta.
Ho messo una mano sulla fronte per ripararmi dal sole e ho visto unirsi i colori del cielo con quelli del mare.
Ho fantasticato di rimpicciolire la cartina di Google Maps e vedermi lì, un pallino rosso con un immenso azzurro intorno.
Mentre bagnavo i miei piedi nelle sue acque ho immaginato di intonare la mia canzone preferita di De Andrè e di dimenticare, per un attimo, gli schiamazzi della gente attorno e la sensazione dell’acqua gelida che saliva su per le gambe.
Perché l’acqua dell’oceano è veramente tanto fredda.

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Ed arrivò un bambino con le mani in tasca
ed un oceano verde dietro le spalle
disse: “vorrei sapere, quanto è grande il verde
come è bello il mare, quanto dura una stanza
è troppo tempo che guardo il sole mi ha fatto male”

Oceano. Fabrizio De Andrè

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5 pensieri su “Quell’oceano di De Andrè che è stato anche un po’ mio

  1. nutriarch in ha detto:

    Io associo all’oceano ( ma in generale al mare ) la bambina porteghese di Guccini. Questa mi sa che non la conosco.

    • E io credo di non conoscere quella di Guccini. Devo rimediare! Oceano non è molto conosciuta, io la trovo delicata come poche canzoni sanno essere. E poi è tenerissima la storia della sua origine 🙂
      Pensando al mare tante altre canzoni mi verrebbero in mente, una su tutte “Il mare d’inverno” (ma potrei continuare all’infinito 🙂

  2. complimenti,bellissimo blog

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